La matematica non è mai stata il mio forte. Siccome non feci bene lo studio fondamentale della matematica restai sempre indietro in classe. Quindi quando fui alla scuola superiore ebbi una vera allergia per la matematica. Fu chiaro che causò della mia consueta pigrizia.
Non so se sia stata colpa della questa allergia andai a vivere nel mondo della musica in definitiva. La musica però in pratica ci vogliono una idea o una mentalità matematica perché si divide il tempo dettagliatamente anche se non c’entra niente la matematica apparentemente. Ma per me il lavoro in cui si faceva quadrare il conto dividendo il tempo nel pezzo musicale non è stato una fatica, anzi era una cosa divertente.
Ora ripenso degli articoli che avevo quando studiavo matematica. C’erano un righello, un goniometro, un compasso. Il righello è gravato in millimetri. Traccio una linea retta. La carta è quella di quadrettata. Ci sono dei quadretti di un millimetro quadrato ben ordinati. Calcolo precisamente i quadretti dove metto il righello e traccio una figura geometrica.
In questo punto nella mia mente si mette giù la linea retta. Nasce un certo pregiudizio che in matematica si sviluppi con le linee rette.
Ma per me questo lavoro era una cosa divertente. Dalla mia carattere quadrare il conto è una cosa adatta. Ma in realtà non mi è piaciuta mai la matematica.
La musica è scritta sulla carta pentagrammata. Si scrive anche con il righello. Ma quando trasformano ai suoni quello che è scritto sul pentagramma non c’è una coscienza della linea retta anzi, quello che appare nei suoni è la linea curva.
Nella musica non c’è una mentalità di linea retta. Sono tutte linee curve dalla frase cantabile fino al suono ben sforzato.
Ogni suono ha la propria forma. Poi, nella forma ci sono delle diverse quantità, delle diverse pesantezze e diverse tonalità del colore. Il taglio del tale suono è tutto di linea curva. Somiglia alla voce umana.
La cosa interessante parte da qui. Quando si intrecciano oppure si incontrano le frasi o i suoni che hanno un taglio con molte curve nasce una piccola aberrazione nel tempo che era quadrato e ben preciso. È un’aberrazione causata dalla curva. Sarebbe come un lubrificante tra le parole con le quali la musica narra. Essa fa nascere l’espressione musicale.
Ad esempio quando mettiamo una quartina in una battuta di tre tempi siamo costretti di approfittare di questa aberrazione come quattro non è divisibile per tre. Così è anche il rubato. Nel rubato facciamo avvenire l’aberrazione di più rubando il tempo e così nasce un canto bellissimo.
I grandi maestri del secolo scorso quando espressero l’inizio della frase con la mano destra suonarono molto più tardi della mano sinistra coscientemente. Questa aberrazione venne fuori dalla musicalità che stette dentro dei maestri con molta naturalezza ed essa rappresentò una bellezza profonda e affascinò tanta gente.
Forse l’aberrazione che viene dalla curva mi faceva tirare al mondo musicale con una dolcezza che non potevo avere nella matematica.