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L’impero della luce

L’impero della luce

C’è un trivio vicino a casa mia.  A fronte c’è una casa di stile occidentale a due piani e la strada si divide in due, a destra e a sinistra.
Sulla via del ritorno con la macchina soprattutto dopo la sera la fine della salita si trova il trivio dove si vede questa casa.  Ogni volta la luce era accesa solo la parte metà.  La casa con la luce metà accesa sempre mi faceva venire in mente  uno quadro di Magritte.

Magritte è un pittore belga di surrealismo.  Mi sono affascinata non solo con la sua idea originale nel suo stile pittorico ma anche con il colore vivido e con l’ampiezza delle sue opere.  C’è un contrasto chiaro di due idee nelle sue opere ad esempiotra reale e irreale, tra una nostalgia ed un incubo, tra una bellezza e una bruttezza che mi fa entrare ad un mondo irreale  e pensare il significato.
Nel quadro c’è anche una casa con gli alberi attorno dove c’è la luce a parte metà.  Il contrasto della luce e del buio è ovvio e a chi lo vede è facile a sviluppare una immaginazione.  Dalla finestra con la luce ci fa sentire l’intimità familiare, la pace e la felicità, mentre dalla finestra vicino dove non c’era luce ci fa immaginare la solitudine, la discordia, la tristezza ed il male.

Con la stessa composizione ci sono alcune opere in cui non si trovano i colori originali di questo pittore ne una ampiezza ne uno sviluppo inestimabile della fantasia.  Tuttavia tutte le opere bussavano con calma la porta del mio cuore.  Esse non solo farmi ricordare una scena interiore che avevo dall’infanzia ma in un certo senso è una figura della mia casa propria che si è fermato nel mio cuore profondo.  Dal quadro sentivo più di una partecipazione ma sempre esitavo di entrare più profondo nel quadro come se evitassi di stare di fronte alla propria solitudine.

Ogni volta che passavo il trivio alla sera mettevo la figura del quadro di Magritte sopra della casa.  Poi ho visto che incoscientemente questo quadro a precipitato in fondo del mio cuore.  C’era poi un momento breve di rimeditare il mio passato.

Cosa vedo nella casa profonda sotto la figura del quadro?  Forse vedo nella stanza illuminata una nostalgia, uno splendore della vita, una forza che viene, un bel ricordo e una speranza per il futuro.  Mentre al buio che cosa si vede?
Ecco, qui c’è un commento molto interessante che disse Magritte.  Disse,  “Non abbiamo ricordi d’infanzia, ma solo ricordi sulla nostra fantasia.  Essi non emergono dal passato remoto ma si formano in tarda età.  La nostra memoria e una funzione retroattiva, retroattivamente anticipatrice, che appartiene a pieno titolo al regno della fantasia.”  Le sue opere sono partiti dai ricordi d’infanzia e dopo un lungo viaggio si sono formati nei quadri.

Non è che vedevo il mio passato nella stanza del buio.  E come disse Magritte i ricordi del passato stavano dentro di me in una figura diversa dopo il viaggio sotto il ragno della fantasia.  Quello che ho rimeditato più volte davanti a casa in trivio era una mia figura attuale che ha viaggiato dal passato con il tempo.

Mentre avevo il tale pensiero, un giorno la casa  del trivio era totalmente cambiata. Sono state dipinte le pareti di colore tutto bianco e anche gli alberi intorno sono stati tagliati corti.  La casa non è più il quadro di Magritte.

Da allora conservo la casa nel mio cuore con cura.  Non è più una casa pieno di ricordi ma un posto dove si riflette me stessa di oggi.