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La luce ed il buio

La luce ed il buio

Ogni giorno spunta l’alba e scende la sera come se fosse una cosa evidente.
Io vivo per merito dell’operato tra il sole e la nostra terra. Ci porta ogni giorno il mondo della luce ed un’altro mondo del buio.

Ci sono stati due volte d’incontro impressionante con il buio. Tutte due sono state le esperienze indimenticabili.

Il primo incontro è stato quando avevo quindici anni. Era sul nave in un viaggio scolastico degli studi della scuola media, all’andata con la nave fino a Kyusciu quasi cinquecento chilometri da Osaka. Dopo il tramonto sono andata da sola alla coperta con metà a proprio agio, metà con la curiosità. Mi lasciavo tutto il mio corpo all’andamento della nave con la brezza marina piacevole. Mi piaceva guardare senza stancarmi mai le varie figure venute dall’acqua, e la cresta dell’onda che veniva e spariva continuamente. Ad un tratto ho visto verso la coda della coperta.

Li c’era un buio. Era un vero buio dove non c’era un minimo della luce. Era un buio assoluto che non avevo mai visto. Mi sembrava che si stendeva fino alla fine del mare insieme alla notte. D’improvviso si fermava tutto il mio pensiero e rimanevo distrattamente immobile. Con un terrore di essere assorbita sentivo nell’anglo del cuore una dipendenza che avevo nei giorni tranquilli sotto una protezione della società e dalle persone grandi. Nel buio assoluto mi pareva che siano pieno delle cose che allora non ero in grado di tenere come un destino, una solitudine, la morte ecc. E così sono scappata via e correvo fino alla cabina luminosa dove c’erano le mie amiche.

Dopo di ché sono passati più di dieci anni e mi trovavo in Italia. Dopo un concorso che ho partecipato dal Giappone ero in macchina con i miei maestri. Noi stavamo andando verso all’alloggiamento in un’altra città. Ero in dietro. Non c’era tanta luce sull’autostrada in Italia. D’intorni c’erano solo le ombre degli alberi, della montagna, e delle rocce. Si è interrotto la conversazione e ho visto dietro della macchina per caso. E li non c’erano nessuna luce delle macchine seguenti ma c’era solo un buio, niente altro. Fissavo gli occhi ma li c’era solo un buio. Allora un terrore che mi è venuto era uno diverso da quello indefinito di dieci anni fa. Penso che c’era una grande differenza tra una macchina che un prodotto umana, cioè un dono dalla tecnologia moderna ed un buio che è una figura della natura. La velocità che sempre si aumentava creava più ansia dentro di me lasciandomi tutto il mio corpo al moto della macchina. Con tale ansia insieme al terrore al buio desideravo di arrivare all’albergo al più presto e di ritornare al Giappone. E’ stato così forte l’impressione del buio.

Mentre invece diverso dal buio non ho quasi nessuna esperienza indimenticabile per quanto riguarda la luce. Secondo me quando noi siamo in un mondo pieno di luce, forse la felicità che abbiamo va via come una nebbia dopo che essa attraversa il nostro cuore ed il corpo.

Dunque, allora come sarà nella musica?
Ci sono delle espressioni infiniti sia il buio sia la luce. Tutti i compositori cercano di esprimerli.
Il buio si esprime con le note basse come una lotta di Beethoven, o come un mosso magmatico sotto terra di Brahms. Ma la vitalità e la propulsione non tengono gli ascoltatori alla più profonda disperazione anzi, gli ascoltatori possono avere una forza e un coraggio insieme a loro ricordo della vita e una partecipazione profonda.
Nella musica di Debussy tante volte sono stata sopraffatta dal gioco della luce. I vari colori si intrecciano sotto la luce. Ci guida al mondo dove balla una fata. La gradazione dei vari colori si riflettano sotto la luce e si cristallizzano. Così si crea la bellezza dove saltano le note leggermente, sprizzano le scintille.

La luce è il positivo. Va verso fuori. Si anima il cuore.
Il buio è il negativo. Va verso interno. Affronta alle cose che non si evita.

Va avanti sia la vita sia la musica tenendo le tali due cose in equilibrio.
Entrambi cercano di trovare la pace e la bellezza.