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Le parole ritornate

Le parole ritornate

Succede ogni tanto che si convince o si commuove profondamente dopo tanti anni con una frase dei professori e degli anziani sentite in gioventù.

Sono passati quaranta anni da quando ho cominciato suonare al pubblico. Mi sembra un attimo e allo stesso tempo mi sembra anche lungo.

Ci sono stati alcuni professori che mi guidavano per essere una pianista in cui c’era un professore che fece le lezioni con poche parole.

All’inizio ero sconcertata perché prima di esso studiavo con un insegnante che faceva un lezione con una spiegazione particolareggiata. Le lezioni del professore erano qualche volta con solo un consiglio che già lo sapevo, qualche volta senza nessuno commento, e qualche volta c’era solo una parola di incoraggiamento.
I primi giorni per me è stato come un professore che mi lascia alquanto a desiderare e non sapevo come fare.
Invece, col tempo piano piano mi sentivo il mio agio e ho cominciato scegliere dei pezzi coraggiosi e ho cominciato suonare liberamente e arditamente.

Per natura avevo un’intenzione di suonare come vuole l’insegnante. Non era per essere lodata ma incoscientemente volevo essere una allieva che sia facile da guidare per insegnati in modo che lo studio vada avanti senza difficoltà. Quando l’insegnante disse ad esempio ” E’ proprio così, bene! brava! ” mi fece piacere non per fossi arrivata al punto buono ma per l’insegnante che fosse in piena soddisfazione.

Per merito delle lezione con poche parole che mi ha dato una libertà assoluta potevo essere più coraggiosa e potevo trascorrere i giorni felici musicali prima di venire in Europa. Il professore mi guardava senza dire niente ma sempre con affetto. Poi lui aveva preparato la strada che dovevo proseguire senza che me ne accorgessi.

Da quando si è svolto l’attività concertistica lo studio si continua senza professori. Cerco di trovare i modi migliori e qualche volta è anche utile un discorso con gli altri musicisti.
I vari consigli che ho avuto dai professori tanti anni fa ritornano come un suggerimento. Ci sono anche tante avvertenze scritte sulla musica che sono quasi tutte dalla ultima professoressa in Europa.

Recentemente le parole del professore che aveva poca parola nella lezione girano dentro di me. Ecco le parole.

” Va la pena di avere un metronomo dentro di se. ”

Le sue parole venivano quando avevo un difficoltà del tempo. Li ho detto della necessità di studiare con il metronomo. Lui mi ascoltava sempre con il cenno di d’accordo e alla fine gettava le tale parole. Poi è finito la lezione del quel giorno.

Anche adesso il tempo è un problema più grande per me. Non mi manca mai lo studio con il metronomo.
Ma recentemente cerco di ascoltare “il mio metronomo nel cervello”. Così tante volte lascio stare il metronomo. Le tale parole ritornate d’improvviso me lo fanno così.
L’effetto è supremo.

Poi, mi rendo conto la profondità delle queste parole. Significa anche di avere propria idea senza essere influenzata ne dagli altri ne dalle condizioni.
Per avere le idee proprie devono essere una ricerca e pensieri giornaliero.

Dopo decine d’anni finalmente sono riuscita a capire il valore ed il vero significato delle parole e mi commuovo per la sua forza.