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Quando si fa sul serio

Quando si fa sul serio

Qui in Giappone continua “TSUYU” cioè il periodo della pioggia. Ogni giorno è nuvoloso e ogni tanto piove con l’umidità alta.
Col tempo così mi sento fiacca e svogliata per l’umidità.

Sia i genitori ai figli, che i docenti ai ragazzi ripetevano sempre di fare gli sforzi ad ogni cosa. Ripetevano anche che sia importante di continuare le cose. C’è un proverbio che dice, la continuità fa venire un successo. Un genio fa la strada non soltanto con il suo talento ma con molto sforzo. E’ una verità quello che ripetevano loro ai giovani.

Sono abbastanza brava di continuare le cose. Quello che ho cominciato una volta non lo rinuncio facilmente. Ci sono delle cose che ho appreso con la continuità.
Invece non sono molto brava a sforzarmi. Per natura sono pigra. Non riesco di arrivare ad un punto buono sforzandomi ogni giorno con la diligenza.

Una persona così come me è diventata comunque una pianista e continua ancora l’attività concertistica perché qualche volta fa delle cose sul serio.
Un motivo molto semplice mi da l’occasione di essere sul serio. E’ avere un momento in cui io abbia una coscienza di crisi. Non mi muovo finché sono così indaffarata con i preparativi da non avere il tempo di respirare.
Ma appena sono cosciente della gravità della situazione sarò sul serio. Ho vergogna di me profondamente e provo uscire dal buio con tutta la forza. E’ proprio il momento di sforzarmi e allora il mio grado di concentrazione sarà massimo.

Per quanto riguarda del pezzo che studio ogni giorno per tanti anni ad esempio, in apparenza il mio sforzo si continua con la diligenza ma in realtà non è così. Tante volte solo il tempo passa senza fare un grande progresso.
Poi, viene un giorno che lo devo suonare al pubblico. Qualche settimane prima del concerto provo a registrarlo. Questa registrazione con quale mi rendo conto la realtà mi manda veramente giù. La disperazione non mi fa dormire alla notte e comincio sforzare sul serio. Questo sforzo fa cambiare completamente la mia esecuzione in pochi giorni.

Il tale sforzo non è uno studio di tante ore invece mi metto in poco tempo d’avanti ai suoni, e allo spartito procedendo a tentoni con una risoluzione patetica e stoica. A me ci vuole il patetismo in questo caso per essere sul serio. Mi accorgo che viene una forza straordinaria quando sono sul serio e così il pezzo si matura e dopo di ché posso incontrare con lo spirito dell’autore.

Per me lo studio giornaliero sarebbe un base che servirà quando affronterò sul serio un giorno con una concentrazione assoluta. Sarebbe ottimo se potrei arrivare alla massima concentrazione senza patetismo ma non sono capace. Invece sono forte di continuità così sarà ben equilibrato. Ci saranno tanti musicisti che possono affrontare sul serio senza concerti. Li ammiro e rispetto volendo in fondo che se avessi la capace anch’io sarei contenta.