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La notte prima del concerto

La notte prima del concerto

Finalmente è arrivato l’autunno, una stagione bellissima.
Nonostante l’ho aspettato con impazienza sotto il caldo di troppi giorni, quando è arrivato mi sento triste con la luce del tramonto.
È sparito il coro delle cicale e invece è arrivato un canto degli insetti autunnali nel cespuglio.
Sarebbe una tendenza dell’uomo che segue il passato con la nostalgia?  Mi domando se ci vorrà un coraggio per andare avanti. Se i miei pensieri andranno al passato vuol dire che sia passiva?

L’aria autunnale è trasparente e fresca.  Ma allo stesso tempo essa è triste.  Passa dentro il nostro corpo.  Chissà perché ma anche il notturno di Chopin che vado a suonare al pubblico domani è pure triste.  Tra le note c’è un buco addolorato nel quale tira vento come l’aria di autunno.  Si vede la solitudine di Chopin in trasparenza.  Una melodia che sta sopra delle terzine si appella la solitudine nello stile ardente.  Anche negli abbigliamenti che sono messi qua e là tira vento.  Le terzine vanno avanti e indietro come una onda portando le melodie sulle spalle.  Pare come se venisse e andasse via una speranza e la disperazione una dell’altra.  Nel quale travedo la parte più profonda del suo cuore.  Quanto sia stato sofferto il genio.  Poi ho visto una traccia in cui la speranza di continuo fece coraggio a Chopin per vivere allontanandosi dalla morte.  Ma che bello e triste il notturno!
Domani cercherò di filare le note immaginando questi pensieri.  Cercherò di mettere questo notturno sull’aria dell’autunno.

E’ una sera in autunno, la notte tranquilla prima del concerto.