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Quello che c’è  in oltre

Quello che c’è in oltre

Alle cose invisibili uno nutrisce un sogno.
Carl Busse, un poeta tedesco scrisse una poesia che dice   “C’è una fortuna oltre le montagne.”
Quando non scoprì ancora che la terra sia rotonda, il popolo pensò cosa ci sia laggiù sul mare.  Con la fantasia immaginò un mondo stupendo.

Alle cose invisibili uno nutrisce un terrore.
Quando non scoprì ancora che la terra sia rotonda, il popolo pensò che ci sia un mondo orribile laggiù sul mare.  Con la fantasia immaginò una grande cascata che inghiottisce tutto.

Tuttavia uno va avanti verso le cose invisibili.  Cammina verso il futuro che non si sa.
Il tempo cammina pure e va verso le cose invisibili insieme.
C’è un mondo sconosciuto dove si incrociano un sogno ed un terrore.

Poi, qualche volta uno si ferma per caso e guarda la strada che ha fatto dove c’è una figura del passato.
Nel passato c’è una cosa come un tesoro e anche una cosa persa.  C’è un ricordo bellissimo e anche quello amaro.  C’è quella fiducia in comproprietà con gli altri e c’è anche una separazione dolorosa.
Portiamo sulle spalle tutto quello che c’è stato in passato e cominciamo ad andare avanti riflettendolo verso il futuro invisibile.

La musica è anche un viaggio che va oltre.
Essa va avanti con il tempo.  Va avanti con i suoni da allora in poi che non ancora sappiamo.
Ma la musica non si ferma per guardare il passato.  Va sempre avanti verso il futuro.
Invece di non guardare il passato la musica prende tutto il passato.  La sua capacità è così grande che prende non soltanto i pensieri dei compositori ma anche quelli degli esecutori e degli ascoltatori.
Alla fine tutto quello che ha preso la musica sublima alla bellezza solenne e così si completa un’arte.

Sopra quell’arte mettiamo il nostro viaggio della vita uno sull’altro.