Le foglie degli alberi strusciavano l’uno contro l’altro per il vento.
Si avvicina la primavera ma l’aria era ancora fredda in tardo pomeriggio. D’improvviso pensavo di avere visto la tale scena e di avere sentito la tale voce delle foglie tanti anni fa. L’aria d’intorno e la luce, il colore delle nuvole erano uguali.
Era lo stesso colore del cielo e degli alberi che vidi dalla finestra dove stetti a letto con la febbre quando fui piccola. Chissà fosse stato in autunno oppure in primavera.
I suoni delle foglie, il colore del cielo e delle nuvole l’aria d’intorno probabilmente sono stati impiantati nel ricordo e nella mia sensibilità profondamente. Finora sono ritornati spesso dentro di me. Potrebbe chiamare “una scena dell’origine” . Allora solo guardai l’intorno e ricevei tutto quello che sentii con la finestra del cuore tutta aperta. Li non ci furono ne una gioia ne la tristezza e non mi vennero ne un dubbio ne una simpatia. Ma penso che dopo, ho sviluppato i miei pensieri e la mia sensibilità da quel punto come fosse una terra per crescere.
Ho un’altra scena originale. E’ una scena di tanti anni fa quando cominciai vivere in Europa per la prima volta. E’ la città di Roma sotto la pioggia forte. Non so perché sia così la scena di pioggia nonostante a Roma c’è un cielo azzurro splendido.
Per me fu una prima esperienza all’estero, con la cultura completamente diversa e con la lingua incomprensibile. Come una bambina appena nata, solo quello che dovei fare era di ricevere tutto ciò che da vedere e da sentire. La questa scena non venne su un morale ad esempio di avere una speranza o lottare contro la difficoltà che nel certo senso infantile ma venne ad una parte più profonda nel cuore dove non esiste le parole. La scena di pioggia a Roma poi è diventato un punto della partenza della mia vita e del ricordo dell’Italia. Alla quale sono stati riflessi la strada bagnata dove mise una solitudine in risalto, e una ansia che si è impregnata dal freddo benché la mia vita in Italia fosse stata sempre ricca e allegra con la gente magnifica attorno.
Mi è venuto in mente un preludio di Chopin ” le gocce d’acqua”. Questa opera nacque dalla disperazione, dalla solitudine e dall’angoscia della morte di Chopin che fu stato chiuso in una grotta sotto la pioggia forte. La bellezza dell’opera che fa prigioniero a tutti a chi la ascolta, invece era un grido della compositore dal punto profondo della morte.
Noi spesso torniamo alla scena dell’origine di ogni uno. Poi, forse riprendiamo una sensazione innocente e potremo creare le cose belle oppure potremo avere un coraggio per vivere.