Il caldo dell’estate scorso è stato uno particolare.
Era un fenomeno del tutto il mondo e questo tempo anormale ci dava tanta ansia per il futuro.
Un giorno del caldo terribile mi è arrivata dagli amici una brutta notizia. Era una notizia dell’incendio a Monte Mario.
Monte Mario è una zona alta non molto lontano del centro di Roma. Dal suo belvedere centoquaranta metri di altezza si vede la città di Roma che estende intorno a Tevere e anche la città del Vaticano.
Monte Mario è ben conosciuto come un buon quartiere residenziale pieno di verde e bella panorama.
Avevo tanti rapporti a Monte Mario.
Appena sono arrivata a Roma nei primissimi giorni in cui ancora non sapevo nulla né una parola della lingua italiana né destra o sinistra della strada, andavo dalla professoressa che abitava a Monte Mario. Prendevo l’autobus come mi aveva indicato e salivo la salita del Monte Mario in mezzo al bosco. Il tramonto veniva presto in gennaio. Nel mezzo buio cercavo di ricordarmi la fermata dove dovevo scendere. Allora non c’era un annuncio della fermata e c’erano pochi passeggeri. Se non c’era nessuno che scendeva l’autobus passava senza fermarsi in un attimo. Per me era un grande ansia di perdermi sbagliando la fermata da scendere in una zona residenziale dove non c’erano quasi nessuno.
Al ritorno faceva sempre buio. C’era pochi lampioni sulla strada.
Ero sola nell’autobus che correva a tutta la velocità nel buio. Mi ero tenuta alla sedia per non cadere e ad improvviso l’autista ha cominciato a cantare un canzone. Era bellissimo baritono tali da confondere gli stessi cantanti. Sul ritmo della canzone l’autobus andava la curva con molta velocità controllando come voleva. Quando lui ha dimenticato le parole cantava solo la melodia come la〜la〜la.
Questo momento inaspettato mi ha fatto vedere un spirito italiano. Mi sentivo da capo a piedi che la tensione si era allentata in un attimo.
Quando ho sceso ho detto “Bravo!!”. Ha scoppiato a ridere l’autista e ha risposto “Grazie!”.
Avevo una amicizia con una copia che ogni estate organizzava un corso estivo e la festa musicale ad Assisi invitando i musicisti importanti. Da loro c’era sempre pieno di allegre risate con il marito ungherese che era un teologo e la moglie tedesca che era molto spiritosa. Ogni volta che loro andavano fuori per un po’ di giorni o qualche settimane mi hanno chiesto di andare a loro casa che stava a Monte Mario una volta al giorno per dare da mangiare agli uccellini e per fare venire l’aria e la luce nella casa loro. Invece mi hanno promesso di studiare quanto volevo con il bellissimo pianoforte a coda che stava in salone. Durante il loro viaggio andavo ogni giorno a casa loro a Monte Mario. Lontano dal chiasso in città ho passato le ore felici suonando il pianoforte nella natura d’intorno con la finestra tutta aperta.
C’erano anche tanti amici che abitavano a Monte Mario. Dopo che sono tornata in Giappone ogni volta che andavo a Roma soggiornavo dagli amici che abitavano sotto Monte Mario. Guardavo la salita e pensavo sempre la salita si seguiva fino a Monte Mario.
Era una notizia triste di questo incendio a Monte Mario che per me era un luogo di primo passo. Non so come la situazione. Prego di non troppo vasto i danni che ha avuto.