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Quando facciamo la musica

Quando facciamo la musica

Come si fa un’esame finale alla fine della scuola, anche all’università della musica si fa un’esame della esecuzione alla fine dell’anno.  L’università dove lavoro prendo l’incarico dell’esercizio del pianoforte della musica classica.  Quindi ogni settimana faccio le lezioni di pianoforte e alla fine dell’anno si fa l’esame in pratica.

L’altro giorno tornando a casa dopo che ho finito la votazione di ogni esecuzione degli studenti all’esame ho ricevuto una mail da una allieva di primo anno quando ho salito su treno.  Appena ha finito l’esame quel giorno lei mi ha mandato la mail.  La sua specializzazione è l’acustica ed il pianoforte era una secondaria.  Prima di entrare all’università suonava a modo proprio quindi doveva imparare dal principio.  Ma siccome le piace molto suonare veniva ogni settimana volendo sempre il meglio.  Alla fine dell’anno ho scelto  ” le gocce di pioggia”  di Chopin per l’esame come una ricompensa dello studio.  Tra alcuni luogo della esame lei poteva suonare in una bella sala musicale dove c’era un pianoforte da concerto.
Nella mail c’era scritto:

Mando una mail perché vorrei assolutamente parlare con lei subito.  Nell’esame ho avuto una esperienza magnifica.
Ho suonato lo Steinway per la prima volta nella mia vita.  Mi sono avvicinata come se fossi chiamata dalla sua figura che brillava sul palcoscenico.  Mi sono seduta e ho preparato.  Era  “le gocce della pioggia”  di Chopin.  Nel momento in cui ho suonato la prima nota FA stavo nel spazio di colore arancio non in una sala.  Aveva un’aria molto calorosa e bella, piena di musica e c’era un filo d’oro che  lega con me ed il pianoforte.  Quando ho immaginato il suono, il timbro e colore delle note che volevo il pianoforte mi rispondeva  “Va bene.  Ti preparo.  Ecco, così va bene?”   Durante dell’esecuzione io stavo parlando con il pianoforte.  Quando sono tornata a me stessa il pezzo era finito e c’era un grande pianoforte d’avanti a me.
Mi sembrava che stavo sognando.  Trovo molto strano ma in realtà vedevo con gli occhi miei e sentivo con le orecchie mie.  Non era la mia immaginazione ma davvero mi sentivo un calore ed affetto del pianoforte.  Sono molto contenta e ringrazio con tutto il mio cuore di avere una esperienza così straordinaria con il pianoforte.

Prima di tutto quello che mi sono meravigliata è che la questa ragazza direi una principiante poteva avere una esperienza così durante dell’esecuzione.  Ho visto che la musica guida al mondo magnifico fino al principiante quando sta con la sua sensibilità ricca e tutta aperta e con il cuore aperto e nulla.
Chi suona sul palcoscenico come professionista, chi suona come uno studente, chi suona per passione e chi lo ascolta come un pubblico noi facciamo la musica quel momento.  Per chi suona ci sarà una barriera della tecnica o la condizione fisica e per chi ascolta ci sarà una barriera del gusto del compositore e delle opere, ma superandole e con le apertura della sensibilità e del cuore la musica ci guida al altro mondo come aveva fatto un’esperienza la mia allieva.
Quando faccio la musica vorrei abbandonarmi il tale mondo ad esultare di bellezza.