I suoni sono viventi.
Lo strumento è vivente pure.
Quante volte ne ho sentito con realismo con piena di emozione nel momento della esecuzione al pubblico. Ed è raggiunto fino alle cose inspiegabili.
Per quanto riguarda dei suoni, i suoi grandezza e altezza vengono dalla vibrazione delle corde e del legno dello strumento. Vengono alle cifre numerici come dB che l’unità del volume e Hz che l’unità dell’ altezza. La combinazione di queste due cose cioè il volume e l’altezza porta i vari casi infinitamente e con struttura e l’uso dello strumento si realizzano il colore e l’espressione fini. Così si crea la musica.
Per quanto riguarda dello strumento, ci sono tanti che ha una struttura semplice come un flauto fino al pianoforte che quella complicata. Sono costruiti con un legno antico, un cuocio, un metallo, una fibra come un feltro e un crine ecc. Sono del materiale che reagisce prontamente alle note. Aggiungendo le mani dei esecutori, un fiato, una temperatura e una umidità dell’aria della sala incluso il pubblico lo strumento comincia respirare dal cima al fondo. Quindi in questo senso non è una cosa misteriosa che lo strumento sia vivente.
“essere vivente” è una cosa meravigliosa. Sento un momento magnifico quando eseguo la musica con i suoni lo strumento viventi come il momento nella vita in cui sento un senso vivente del reale che mi porta una gratitudine e proprio apprezzamento.
Spiego meglio. Ad esempio sto scrivendo questo articolo con la computer. Ma non ho sentito mai che questa macchina sia vivente anche se si scrive le parole come voglio. La computer è solo un arnese come una automobile o una macchina fotografica.
Una volta c’era un concerto che dovevo fare con un pianoforte digitale. Nella prova ho scoperto che la parte centrale che si usa spesso non si suonava quasi nulla. Non si quasi capiva dove c’erano le melodie. Non sapevo come si fa. Ho provato di cambiare il tocco ma non c’era la speranza.
Invece, al concerto ho visto che tutto funzionava bene. Le melodie sono venute fuori con la chiarezza e anche il colore del suono si cambiava come ho voluto io! Tutti stavano ascoltare attentamente senza sapere la mia ansia. Ho entrato senza difficoltà al mondo musicale. Il pianoforte digitale mi seguiva sempre di più. Per me era una grande sorpresa vedere questo strumento digitale così vivente con una struttura completamente diversa dal pianoforte normale dal punto di vista del modo di emettere un suono e tutto sia controllato dal fondamento elettronico.
Quando sento che sono “vivente” i suoni e lo strumento è un momento in cui loro esistono come una cosa indipendente. Li chiamo infatti in terza persona e loro partecipano alla mia musica con una certa idea. La loro idea non solo approva e collabora alla mia musica ma alle volte va verso alla direzione inaspettata e mi porta al mondo inimmaginabile. Quando mi avvicino verso loro con un rispetto e con una simpatia mi rispondono di sicuro. Certamente c’è il contrario.
Quando eseguo con loro che un compagno particolare mi copre una sensazione strana. E’ una sensazione in cui la musica che esce fuori ci specchia come una figura unita.
Dopo il concerto con il pianoforte digitale ho ricevuto una lettera dalla organizzatrice. C’era scritto che il pianoforte è stato contento, e soddisfatto. Sono stata pienamente d’accordo.