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Nella notte dell’autunno

Nella notte dell’autunno

Ogni uno di noi pensa almeno una volta, “Dove vado quando finisce la vita?”
Poi, questo pensiero fa venire una domanda, “allora prima della vita dove ero, da dove sono venuto?”

C’è una panorama nel sogno che non ce l’avevo nel ricordo. Invece è stata stampata nella parte più profonda del ricordo.  Essa  apparisce spesso nel sogno.  Li c’è un’aria nostalgica ed un odore caro.  Davvero conosco il tale posto.  Forse esso risale al tempo lontano prima che io nacqui.

Guardo in alto nella notte limpida dove luccicano le stelle.  Quando mi abituo al buio della notte si vedono più stelle.  Tra le stelle che mi mandano la luce ed io che mi trovo qui in questo momento, c’è una distanza troppo lontana ed il tempo grandioso che danno quasi far svenire.  Trovo la mia piccola presenza che sta sulla terra come una polvere nell’universo.

Nelle ultime sonate di Beethoven c’è una parte in cui ci copre con il tempo e la distanza come quelle tra le stelle ed io.  Li  c’è un mondo dove vanno e vengono chi si sono liberati dalla realtà finendo la loro vita.  Si vede in trasparenza la panorama cara  e sente una melodia nostalgica che non esisteva nella realtà.  Svanisce perfino la carattere di Beethoven e non esiste neanche una distanza di tempo di due cent’anni.
Tutte le cose si fondono lì e sotto un velo invisibile si dirige verso qualcosa.  A dove ?  Forse alla verità, forse alla bellezza solenne, non si sa.

La notte dell’autunno mi fa avere il tale pensiero.
Le note che ha lasciato il genio della musica bussano la porta dell’anima una nota per la nota e mi parlano come le stelle che sprizzano nel cielo.