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Il paese dove vorrei vivere 

Il paese dove vorrei vivere 

L’ambiente della nostra vita cambia secondo del tempo. Anche noi stessi cambiamo col tempo.
Spesso mi chiedono ” A quale paese preferisci a vivere?” Soprattutto in Italia dove visitavo spesso prima del COVID 19 mi chiedevano in quale paese volevo vivere, In Italia oppure in Giappone.

E’ una domanda difficile. Non posso rispondere subito perché tra questi due paesi c’è una grande differenza nei vari ambienti. Ma siccome mi chiede spesso io ho preparato la risposta, cioè,

Per vivere preferisco il Giappone senza dubbio. E per l’attività musicale è meglio l’Italia.

Perché ho scelto il Giappone per vivere?
Il motivo è chiaro. Nella società le cose funzionano bene in Giappone dove è ovvio che le cose vanno come devono andare. Ad esempio tutto è puntualissimo il mezzo di trasporto, non ci fa aspettare la finanziaria. Nella vita quotidiana di solito non si perde mai il tempo irrazionalmente.

Anche perché il Giappone è un paese molto sicuro in confronto agli altri paesi. Penso che sia una grande beneficio che uno si può uscire da solo nella notte senza pericolo.
Insomma, se uno avesse il lavoro e l’abitazione potrebbe vivere con una grande tranquillità.
Questa sicurezza e tranquillità sembra una cosa naturale per Giapponese ma quando vado fuori paese questa sicurezza mi commuove profondamente.

Nel soggiorno in Italia di molti anni sono stata derubata alcune volte. Una volta è successo nell’autobus, una volta nel treno. Tutte le volte l’ammontare del danno era tanto per me. Una volta hanno svaligiato la casa degli amici dove mi hanno ospitata.  Hanno portato via tutto cercando fino al fondo della zuccheriera. Siccome c’erano dei ladri dappertutto sia sulla strada sia nell’autobus stavo sempre tesa e difesa.
Quando sono arrivata in Giappone tutte le volte ero immersa nel sonno dalla stanchezza nel pullman dall’aeroporto alla mia città senza preoccupazioni.

Allora perché ho scelto l’Italia per l’attività musicale?
In Giappone la sala è tutto ben attrezzata con i tecnici bravi. Per i musicisti l’ambiente musicale è ottima per i concerti.
Mentre in Italia il pianoforte non è sempre buono. Tante volte non è trascurato bene. I concerti provinciali si cominciano con molto ritardo.  Gli appuntamenti qualche volta quasi non esistono.
Però per me mi sento agio in Italia nell’attività musicale.

Nel concerto in Italia il pubblico italiano si riscalda. A chi suona si trasmette molto la passione del pubblico. E’ una prova della loro cultura che c’è dentro nel loro sangue. Anche il coloro che non ascolta spesso la musica classica va direttamente dentro della musica con una sensibilità calorosa.
Poi tale passione del pubblico mi aiuta a scatenare da quello che mi ha legata. Dopo di che mi rendo conto che anch’io sento la musica direttamente con la mia sensibilità come loro e questa apertura tira fuori l’espressione. E’ sempre la stessa sia nel concerto da salotto che nel concerto al teatro.

Appena si comincia la musica con una frase non è raro a sentire dal pubblico una voce quasi un sospiro che dice, ” Che bello!!” La padrone della voce non se ne accorta neanche e quasi tutte le volte nessuno d’intorno la rimprovera.
C’era un signore che non aveva un’abitudine ad ascoltare la musica classica. Siccome nella programma c’era una sonata difficile e lunga ero quasi sicura che lui si è annoiato oppure si è addormentato durante il concerto. Invece dopo il concerto lui mi ha detto con molta eccitazione, ” Ho viaggiato tutto il tempo. Era prima volta che mi sentivo così bello. Non volevo che finisse il concerto.” Aveva ancora gli occhi sognanti.
Le storie simili non finiscono mai da raccontare ma quanto coraggio mi hanno dato queste storie contro le mie domande del significato su concerto, e quanto senso ha dato al concerto.

Il mio cuore che è molto debole allo stress della problema delle relazioni umani, quando trova nel pubblico un piccolo sguardo critico oppure una minimo spirito concorrenziale o una certa minaccia si scoraggia subito. La sensibilità decade su terra e quello che rimane era solo una lotta con me stessa per continuare il concerto. Il tale concerto sofferente ho ripetuto varie volte in Giappone.

In Italia invece c’erano tanti concerti in cui ho suonato nell’aria dell’affetto puro per la musica da quale ho fatto partire la mia musica con la mia sensibilità propria.
E’ un sapore squisito della musica dal vivo per un concertista dove apprezzo una sostanza e un vero significato della musica.

Quando poi, verrà un giorno in cui dovrò scegliere il posto da vivere in Giappone oppure in Italia probabilmente deciderò con molta sofferenza pensando l’età, il contenuto dell’attività musicale, la salute e le persone vicine sia la famiglia che gli amici.