Il tempo che abbiamo nella vita è una cosa come un tesoro.
Diverso dal destino e la salute in un certo senso noi lo possiamo dirigere. Ho cominciato a pensarne così da poco.
Dentro di noi a parte del tempo che sta passando ora c’è il corso del tempo in cui abbiamo vissuto in passato. Ogni caso che bene o male per chi ha vissuto alcuni anni un corso del tempo di passato esiste dentro di se.
Fino alla pandemia del COVID ho provato tante volte un mistero del tempo viaggiando ogni anno tra il Giappone e l’Italia. Anche se sono state solo qualche settimane ogni anno, dal momento dell’arrivo in Italia mi sembrava che il tempo sia continuato direttamente dall’ultimo giorno del soggiorno scorso che quasi tutte le volte erano un anno prima. La lingua italiana che non parlavo per un anno veniva automaticamente. Mi venivano senza difficoltà tutti i numeri dell’autobus di Roma. Tutto era come una continuazione da ieri. La vita precedente di undici mesi in Giappone sono stati tagliati completamente. E’ il corso del tempo in Italia che continua senza sosta da quaranta anni da quando arrivai in Italia per la prima volta. Quando sono tornata in Giappone invece, il tempo comincia scorrere come se non ci fosse il soggiorno italiano. Divento una giapponese sia nel senso che nella mentalità. I due corsi del tempo scorrono parallelamente dentro di me e mi metto qua e là secondo della situazione. Non mi sento estraneo per niente.
Tutti gli amici miei che ripetono i viaggi tra il Giappone e fuori si rendono conto la stessa cosa. ” Che strano!” dicono, e ne parliamo spesso tra di noi.
Ho cominciato a pensare questo corso del tempo che esiste dentro di me consapevolmente. Esso si collega molto con il ricordo ma è chiaramente diverso da quello di abbandonarsi ai ricordi.
Ho imparato di tirare fuori il tale corso del tempo ad esempio quando mi stufa della seduta a lungo in treno. Lascio stare a leggere un libro e mi metto nel corso del tempo che c’è in me dove posso immaginare uno sviluppo nuovo, oppure un dialogo con gli amici. Penso e ripenso le cose che vorrei realizzare prossimamente. L’aria e la natura che mi circondavano allora mi tornano e ho l’illusione di essere in altro corso del tempo. E’ una cosa divertente e non mi stanca mai.
Quando faccio la musica devo trattare i suoni ed il tempo nel modo vario e trovo spesso una magia del tempo. Solo un attimo mi fa sentire un tempo più lungo e concentrato in cui posso esprimere tante cose. Al contrario un tempo lungo diventa un’attimo.
Ma il tempo sia quello di Giappone sia quello in Italia che scorrono in me è completamente diverso. Forse perché è il tempo che ho vissuto in pratica.
Dopo la questa pandemia sarà finita e quando mi troverò in Italia probabilmente incomincerà la solita vita italiana come un proseguimento della qualche anno fa.
E’ un piacere aspettarla.