Quest’inverno faceva freddo in particolare. 
Ero sempre chiusa in casa ma siccome il sole si è fatto caldo l’altro giorno sono uscita di casa per fare una passeggiata.
Prima di tutto mi sono meravigliata del celeste del cielo. Era uguale a quello che guardavo sempre a Roma. Era quasi azzurro speciale come quello del cielo sotto della  clima mediterranea. A Roma i palazzi tagliavano  l’azzurro e dall’apertura dei palazzi il cielo mi gettava il colore impressionante. Qui in Giappone c’era un azzurro oltre un pino vicino alla piccola montagna.

Una passeggiata è un momento intenso per me. 
Circa un mese prima del concerto da sola cammino facendo la musica in memoria. Il paesaggio viene e va via continuamente. Mi piace Il continuo del cambiamento che disturba la mia concentrazione. E’ un ottimo ambiente per me a filare le note in mente nonostante del questo disturbo. La mia passeggiata dura venti minuti al massimo trenta minuti quindi si fa in  memoria una breve sonata oppure mezza della sonata lunga.

Quando non c’è un concerto vicino mentre cammino le varie cose vengono in mente e vanno via come un caleidoscopio. In fondo scorre i paesaggi come una musica e sulla quale ritornano i ricordi lontani, le varie scene con gli amici, qualche chiacchierate,  i momenti passati con la famiglia ecc. E’ come una grande fuga di tanti voci. Mi sembra di essere in un sogno.
Mi pare che la nostra coscienza ha tanti piani e da ogni piano i pezzettini vengono mischiati e vanno via. 
Camminando mi diverto tale pezzi dei ricordi quasi incoerenti.

 Una passeggiata è anche un momento di fare la tecnica dell’Alexander su serio. Un azione come camminare, sedersi, alzarsi sono le  cose  fondamentali dove si può fare in pratica in un modo massimo. D’improvviso si muove il corpo leggerissimo. Rimetto in ordine il corpo ed il mente per il prossimo passo.

Ora, si sente dappertutto  un cenno della vicinanza della primavera.
Farò una passeggiata ancora per rimettermi al punto fresco il corpo ed il mente entrambi.